Come gestire un bimbo in una famiglia con i cani alla soglia dei terribili (e temuti) due anni? Troverete sicuramente che, in un blog che parla di cani, stoni un po’ e invece... no! Il nostro sito racconta non solo dei nostri amici nordici ma anche della nostra famiglia di cui fa parte anche lui, il piccolo musher Leonardo arrivato da poco a festeggiare il suo secondo compleanno.
Lui fondamentalmente è un avventuriero. Ogni giorno che passa anche le sue abilità fisiche migliorano ed è un continuo sperimentare: salti sul tappeto elastico, salti dai gradini e salti... oltre i cani! La mia giornata trascorre “semplicemente” facendo da supervisore alle acrobazie per il suo benessere, ma anche per quello dei cani di famiglia.
In particolare, “Terrible Two”, è un’espressione usata per indicare il momento di maggior esplosione dei capricci dei bambini che avviene proprio attorno ai due anni di età. Durante questo periodo il bambino sta gradualmente imparando ad affermarsi come persona unica e distinta dai genitori. È una tappa importante per la sua crescita: avere un figlio che sta attraversando questa fase significa essere in un periodo ricco di emozioni e di contraddizioni...! Il bambino fa di tutto per affermare la propria personalità e allo stesso tempo i genitori e chi ruota attorno a lui fanno di tutto per riuscire a gestire nel migliore dei modi le crisi isteriche che non sempre sono solo le sue.
Dopo essermi più volte confrontata con le colleghe educatrici (cinofile e non) ho deciso di scrivere questo piccolo decalogo di consigli, per dare un po’ di supporto alle mamme alle prese con figli e animali domestici. Buona lettura!
SUPERVISIONE: i cuccioli umani e i nostri cani non vanno mai lasciati insieme senza il controllo di un adulto regolatore che conosce il bimbo e che quindi può prevedere l’imprevedibile. Chi se non il genitore può essere così super da avere quattro occhi su più creature contemporaneamente per poter assolvere a questo compito?
GLI SPAZI SICURI: ausili e barriere di sicurezza per bambini e animali, sono ottimi anche per gestire le interazioni tra loro nei momenti di eccitazione, stanchezza, urla e capricci. Dividere le acque come Mosè può essere fondamentale quando il ”gioco si fa duro” o semplicemente quando si è alle prese con una pentola sul fuoco. Ad esempio un semplice cancelletto per bimbi permette di avere libertà di movimento per entrambe le parti con rischi di incidenti limitati
NON DISTURBARE IL CAN CHE DORME : il kennel in una stanza tranquilla può rivelarsi una risorsa. Lasciamo la porticina aperta ed è presto fatto: se al cane piace ed è abituato, lo individuerà come uno spazio sicuro e a lui riservato... ovviamente in questo caso deve restare off limits per il bambino! Altrettanto ovvio, ma non sempre scontato... non lasciare mai il cane chiuso nel trasportino/kennel in nostra assenza.
POCHE REGOLE MA CHIARE: a casa vige la regola “una sola carezza a Baloo”. Leonardo sa che lui è un orso buono ma, va rispettato se sta facendo le sue cose (principalmente sonnecchiare sotto le siepi o da qualsiasi altra parte). La presenza di un bambino non deve mai essere un imposizione per un cane perchè la sensazione di non avere scampo dalla morsa di un bimbo non è piacevole.
EVITARE LE NEGAZIONI: i bambini meglio recepiscono le frasi senza negazioni, “non toccare il cane” per loro è come dire “vai dal cane” quindi, poche richieste molto chiare e semplici di attuare. In questa fase i bimbi sono veri e propri “bastian contrari”, diventa quindi fondamentale ad esempio cercare di anticiparli proponendogli qualcosa da fare “se vuoi dai due carezze/chiamalo così viene a salutarti/cammina così non ti rincorre”.
NON TUTTI I CANI SONO UGUALI AL NOSTRO: quando Leonardo vede un cane sconosciuto sa che non serve accarezzarlo (non ne ha nemmeno tutta questa voglia avendo 10 palle di pelo in giro per casa). In linea generale è bene rispettare i cani altrui perché potrebbero non avere l’esperienza (soprattutto positiva) con i bambini. Per non ritrovarci a trascinare lungo il marciapiede un bambino che vuole fermarsi a ogni cane che incrocia, meglio essere chiari con lui fin da subito.
COINVOLGIMENTO: non escludere il bambino dalle attività quotidiane con il cane anzi, coinvolgetelo. “Leonardo riempi con l’acqua la ciotola che Eva ha sete?” oppure “prendi tu il guinzaglio di Eden che andiamo a spasso?” “chi mi porta la ciotola di Gea?” in questo modo si favoriscono collaborazione e cooperazione in un’età in cui il bambino è già in grado di svolgere semplici compiti che ha osservato in precedenza dai genitori e di comprendere le nostre richieste.
GIOCARE: il gioco con oggetti può essere un buono spunto per favorire la relazione ed evitare che il rapporto sia meramente fisico. “Lancia la pallina a Oscar” oppure “nasconditi e Dragana ti trova” sono idee carine che possono essere sviluppate, magari insieme ad un educatore competente, per favorire dei momenti di condivisione. A casa nostra abbiamo nominato “spettacolino” un breve momento di gioco in famiglia che include Leonardo e un cane, al termine del quale entrambi gli attori sono felici e soddisfatti. Questo mi fa pensare che sia un buon metodo di approccio. Mi spiego meglio: i bambini amano ripetere e imitare i grandi, ma anche i cani. Chiedo quindi ad Elettra di passare sotto le gambe, lei lo fa, arrivano tanti complimenti e un bocconcino (rinforzo positivo) a seguire Leonardo che deve ripetere lo stesso identico schema motorio. Gli esercizi possono essere tanti e davvero semplici come passare sotto la sedia, scavalcare un cuscino, fare un saltino o mettersi seduti. Più complesso è creare un “agility umano” tra bimbo e cane.. ma ve ne riparlerò... su questo ci stiamo ancora lavorando.
OUTDOOR: se la giornata parte male con uno che corre a destra e l’altro che scappa a sinistra... ricordiamoci di respirare a fondo! Armarsi di chiavi di casa e chiudersi tutti i problemi alle spalle. Farsi una bella passeggiata nel verde è un toccasana per tutti... mamme incluse!
LIBERTÀ: può sembrare in opposizione ad altri precedenti punti, ma vorrei sottolineare l’importanza di essere liberi di scegliere se interagire o meno. Non forzature insomma, dedicare momenti esclusivi al bambino anche con il cane nei paraggi, per evitare gelosie e imposizioni... semplicemente non calcare la mano.
SANTA PAZIENZA: è una fase di passaggio, sembra una magra consolazione ma è così. I nervi sono messi a dura prova e la frustrazione per non riuscire come WonderMamma a gestire tutti al meglio è a livelli di allerta ma la negatività non deve prendere il sopravvento. Ogni tanto ricordiamoci che siamo “comuni mortali” e forse Il successo ci sembrerà più vicino!
Marta